indagini geofisiche sul fondale del lago di Resia

Il lago di Resia è un lago alpino artificiale situato in Alta Val Venosta (BZ), a un’altitudine di 1498 metri sopra il livello del mare. È famoso per il campanile parzialmente sommerso che apparteneva al vecchio abitato di Curon Venosta, inondato nel 1950 in seguito alla costruzione di una diga (figura 1).

Figura 1. Campanile sommerso a seguito della costruzione della diga, con in primo piano l’allestimento di una misura gravimetrica.

Nei mesi di aprile e maggio di quest’anno, il lago è stato quasi completamente svuotato per consentire la costruzione di un terrapieno necessario allo spostamento di un tratto stradale sulla sponda orientale del lago. Si è quindi presentata un’opportunità irripetibile per una campagna di esplorazione geofisica, condotta nei mesi scorsi da alcuni ricercatori dell’INGV (figura 2), finalizzata allo studio del sottosuolo del fondale attraverso l’esecuzione di indagini geofisiche e geologiche.

Figura 2. Team INGV di Roma 1 durante la campagna di misure geofisiche (maggio 2024).

Lo studio geofisico delle valli alpine ha grande rilevanza: a livello geologico per comprenderne la loro evoluzione profondamente legata alle fluttuazioni del livello marino e alla tettonica dell’area alpina, a livello idrogeologico per individuare le risorse idriche, a livello sismico poiché i sedimenti fluvio-lacustri amplificano fortemente il moto sismico e hanno comportamenti dinamici peculiari legati alla loro geometria tipicamente stretta e profonda. Inoltre, il lago di Resia è attraversato da faglie attive, come riportato nel catalogo ITHACA.

Lo studio fa parte di un progetto di ricerca nell’ambito di una convenzione con l’Ufficio Geologia e Prove Materiali della Provincia Autonoma di Bolzano e coinvolge personale delle sezioni INGV di Bologna, Roma1, Roma2 e Irpinia. Il progetto si pone l’obiettivo di effettuare la ricostruzione tridimensionale della geometria sepolta della valle combinando tecniche sismiche e gravimetriche. In particolare, lungo la valle sono disponibili alcune linee sismiche a riflessione pregresse che verranno integrate con prospezioni sismiche passive a stazione singola e misure micro-gravimetriche lungo tutta la Val Venosta. La sismica passiva a stazione singola permette di stimare le frequenze di risonanza del suolo, direttamente legate alla stratigrafia del sottosuolo e in particolare allo spessore e tipologia dei sedimenti che riempiono la valle e alla sua forma. A queste frequenze, inoltre, si verifica la massima amplificazione del moto sismico in caso di terremoto. Parallelamente, le misure gravimetriche permettono di evidenziare la possibile presenza di anomalie generate dalla presenza dei depositi sedimentari della valle, che hanno densità inferiore rispetto alle rocce circostanti. 

La figura 3 mostra la posizione delle centinaia di misure gravimetriche e sismiche effettuate lungo l’intero fondale del lago di Resia, che si estende nel tratto alto della Val Venosta per una lunghezza di circa 6 km.

Figura 3. Immagine GoogleEarth del lago di Resia prima dello svuotamento: 77 misure gravimetriche  disposte lungo 9 profili est-ovest attraverso l’area del lago utilizzando un gravimetro relativo Scintrex CG-6 (tra il 26 e il 30 aprile 2024), 72 punti di misura di rumore sismico ambientale disposti lungo gli stessi profili mediante l’utilizzo di 48 nodi sismici (tra il 26 e il 29 maggio 2024).

Entrambe le campagne sono state complicate dalla presenza del cantiere dei lavori stradali che movimentavano giornalmente tonnellate di materiale producendo polveri e vibrazioni: i nodi sismici venivano installati il pomeriggio e disinstallati la mattina successiva per poter registrare di notte quando il cantiere era inattivo.

Nonostante queste difficoltà e la presenza di ostacoli naturali (ruscelli, fango, vento) che complicavano gli spostamenti e le condizioni lavorative, il personale INGV ha vissuto l’esperienza incredibile di lavorare a cielo aperto sul fondale di un lago, contribuendo alla definizione di un ambiente inesplorato  (figura 4).

Figura 4. Immagini dell’installazione dei sensori sismici e gravimetrici

A cura di Giulia Sgattoni (INGV, Sezione di Bologna), Giuseppe Di Giulio, Giovanna Cultrera, Daniela Famiani, Maurizio Vassallo, Alessia Mercuri, Stefano Maraio (INGV, Sezione Roma 1), Gaetano Riccio (INGV, Sezione Irpinia), Filippo Muccini (INGV, Sezione Roma 2).

Si ringrazia il laboratorio Effetti di Sito – ESITO dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (https://www.ingv.it/it/monitoraggio-e-infrastrutture/laboratori/laboratorio-effetti-di-sito) per la strumentazione sismica. Il Laboratorio ESITO fa parte dei Laboratori Integrati di Geoscienze e Ambiente-ILGE del Progetto MEET (Monitoraggio dell’evoluzione e della tettonica della Terra, https://meet.ingv.it; Piano Nazionale di Recupero e Resilienza – PNRR, Missione 4, Componente 2, Linea di investimento 3.1 – codice progetto IR0000025).


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Sotto l’acqua che non c’è: indagini geofisiche sul fondale del lago di Resia


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