Come si vede dalla mappa, la regione interessata dalla sequenza è caratterizzata da un’attività sismica molto intensa, a causa della convergenza tra la placca oceanica delle Filippine e quella Euroasiatica. La velocità di questa convergenza è una delle più elevate al mondo, circa 8 cm/anno.
Dal 1900 ad oggi numerosi sono gli eventi che hanno colpito l’area con magnitudo anche maggiore di quella di questa notte, l’evento più forte nell’area è avvenuto il 12 aprile 1910 con una magnitudo stimata di 8.1 (dal catalogo USGS). Negli ultimi 50 anni, altri 6 terremoti di magnitudo superiore a 7.0 si sono verificati entro 250 chilometri dal terremoto di oggi. Quello di questa notte è il terremoto più forte a Taiwan dal 1999, anno in cui un terremoto di magnitudo 7.7 causò la morte di oltre due mila persone.
Taiwan si trova in una regione geologica complessa vicino all’intersezione di tre grandi placche tettoniche: la placca del Mar delle Filippine a est e sud-est, la placca dell’Eurasia a nord e ovest e la placca della Sonda a sud-ovest. Il limite di placca nell’isola di Taiwan è caratterizzato da una zona di collisione arco-continente; per cui l’estremità settentrionale dell’arco insulare di Luzon (Filippine) si scontra con la crosta più leggera del margine continentale dell’Eurasia al largo della Cina. Lungo la costa occidentale di Taiwan questa zona di collisione passa alla zona di subduzione di Manila che ha vergenza opposta (da ovest a est).

Il terremoto di questa notte è stato risentito fortemente in tutto l’isola e ha causato notevoli danni e crolli alle strade e molti edifici. Il bilancio provvisorio è al momento di una decina di vittime, 800 feriti e circa 90 mila persone senza elettricità. La scossa è stata avvertita distintamente anche in Cina, specialmente nella provincia di Fujian, e fino a Shanghai.

In seguito alla scossa principale il Pacific Tsunami Warning Center (PTWC) ha emanato un allarme tsunami per Taiwan, Giappone e le Filippine, ma fortunatamente l’allerta è rientrata nelle ore successive.
In una delle stazioni mareografiche di Taiwan il PTWC riporta uno tsunami di 1 metro con un periodo di 10 minuti (Hualien). Purtroppo i dati delle numerose stazioni mareografiche che circondano l’isola di Taiwan sono riportati sul sito dell’IOC (la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO) con un campionamento di 1 ora e quindi lo tsunami non è identificabile da queste registrazioni, avendo un periodo di circa 10-15 minuti.
Invece il dato dell’isola di Ishigakijima, che appartiene al Giappone ma è vicina a Taiwan e presenta un passo di campionamento di 1 minuto, mostra un livello massimo dell’anomalia del livello del mare di 16 cm, con un periodo di 14 minuti.
Anche il Centro Allerta Tsunami (CAT) dell’INGV ha seguito nella notte l’evoluzione del terremoto e dell’allerta tsunami. Il CAT, infatti, effettua un monitoraggio globale dei terremoti potenzialmente tsunamigenici allo scopo di verificare il corretto funzionamento delle procedure, pur non inviando i messaggi di allerta per gli eventi al di fuori del Mediterraneo. Il messaggio iniziale del CAT è stato diramato (a una lista interna) alle 02:06 (ora italiana), otto minuti dal tempo origine del terremoto. Sono seguiti altri tre messaggi di conferma (Ongoing secondo la nomenclatura internazionale) fino a quello di chiusura dell’allerta (End of tsunami watch) alle 6:18 di questa mattina.



Lascia un commento