Evento sismico ML 4.1, in Slovenia, 9 dicembre 2024

Un terremoto di magnitudo Richter ML 4.1 è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale alle ore 03:37 italiane del 09 dicembre 2024, ad una profondità di 5.2 km.

Il terremoto è stato localizzato a circa 20 km a Ovest della capitale Ljubljana (Lubiana), circa 50 Km a Est del confine italiano.

L’epicentro odierno si colleca all’esterno dei confini dell’attuale mappa di pericolosità sismica italiana. Un’analisi della sismicità storica dell’area ci mostra come questo evento sismico si trovi compreso tra aree con pericolosità molto alta, caratterizzate da eventi di magnitudo fino a 6.9 (26 maggio 1511).

 Entro 50 km di distanza dall’epicentro del evento odierno, un’estrazione dall’archivio storico macrosismico italiano ASMI DBMI15 v. 4.0 mostra, a partire  dal 1600, 161 terremoti (entro 50 km di distanza), il più forte dei quali è avvenuto il 14 aprile 1895 (Mw 5.98) con un risentimento sismico pari a 8-9 MCS nella capitale.

Timeline degli eventi sismici contenuti in CPTI15 per una distanza inferiore a 50 km dall’epicentro odierno, sull’asse y sono indicate le stime di magnitudo Mw.

 

La mappa di scuotimento sismico (SHAKEMAP) dell’evento di oggi calcolata dai dati delle reti sismiche e accelerometriche INGV e DPC mostra dei livelli di scuotimento stimato fino quasi al IV grado MCS. La stazione sismica di LJU (Ljubljana) mostra infatti valori di PGA pari a 1.3%g e PGV pari a 0.35 cm/s.

L’evento sismico è stato risentito leggermente anche in Italia. Questi risentimenti sono confermati dalla mappa dei risentimenti macrosismici ricavate dai questionari (circa 20 al momento della stesura dell’articolo) inviati al sito www.hsit.it che è in continuo aggiornamento.

Mappa del risentimento sismico in scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg) che mostra la distribuzione degli effetti del terremoto sul territorio come ricostruito dai questionari on line. La mappa contiene una legenda (sulla destra). Con la stella in colore viola viene indicato l’epicentro del terremoto, i cerchi colorati si riferiscono alle intensità associate a ogni comune. Nella didascalia in alto sono indicate le caratteristiche del terremoto: data, magnitudo, profondità (Prof) e ora locale. Viene inoltre indicato il numero dei questionari elaborati per ottenere la mappa stessa.

Inquadramento sismotettonico

Geologicamente, quest’area è la zona di contatto tra i thrust (faglie con movimento di tipo inverso) delle Alpi Meridionali, orientati prevalentemente est-ovest, e le strutture  inverse del sistema dinarico, orientate in direzione nord ovest-sud est. La deformazione attiva in questa regione è associata a strutture di tipo trascorrente.

Schema della deformazione attiva nell’area adriatica. 1. Dinaridi esterne, fagliazione inversa 2. Appennino settentrionale, fagliazione inversa 3. Alpi meridionali, fagliazione inversa 4. dominio della fagliazione trascorrente 5. direzione della compressione massima.

Per capire la causa della sismicità in questa regionr dobbiamo osservarne la sua posizione geografica in relazione all’adriatico. Questo mare si trova confinato tra due catene montuose, le Dinaridi e l’Appennino. Come sappiamo, la litosfera è suddivisa in blocchi (placche) in continuo movimento, per cui i loro bordi sono soggetti a sforzi di trazione, compressione e scorrimento: lungo i bordi che si trovano in compressione si formano delle catene montuose. Il bacino del Mediterraneo si trova in corrispondenza di un complesso “puzzle” di placche e microplacche. Il dominio adriatico corrisponde alla microplacca Adria che, per effetto della spinta della placca Africana verso NNE, si “incunea” nella placca Europea, con conseguente compressione e deformazione lungo i bordi. Il risultato è la formazione di due catene montuose che si “fronteggiano”: gli Appennini a SW e le Dinaridi a NE 

Ciascuna delle due catene tende ad avanzare verso l’altra e questo processo vede coinvolte porzioni sempre maggiori del fondale Adriatico, al punto che, allo stato attuale delle cose, le porzioni sommerse di entrambe le catene sono avanzate fino a incontrarsi più o meno al centro dell’Adriatico stesso. Questo processo porterà alla chiusura di questo bacino e all’emersione del fondale in tempi che però sono geologici (noi non lo vedremo e potremo continuare a fare il bagno sulle coste). Il movimento di convergenza, infatti, è mediamente molto lento, di pochi millimetri all’anno.


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