L’esplosione all’interno di uno stabilimento industriale a San Zeno (AR), 20 novembre 2024

A partire dal 2022, uno dei progetti dell’Osservatorio INGV di Arezzo, istituito nel maggio 2001, ha avuto l’obiettivo di sviluppare a livello nazionale una rete di stazioni infrasoniche al fine di studiare eventi acustici, come per esempio i boati. Per testare i nuovi sensori di pressione sono stati avviati alcuni esperimenti, con l’installazione proprio nel territorio aretino di una stazione sismica (sigla AROB), dotata anche di alcuni dei nuovi sensori infrasonici. Il principio di funzionamento di tali sensori è simile a quello dei microfoni, ma permette di registrare con elevata sensibilità la propagazione in atmosfera delle onde acustiche, anche con frequenze al di sotto della soglia dell’udibile (20 Hz).

Ma prima di misurare un boato generato da un terremoto, si è presentata l’occasione di registrare casualmente un evento insolito e raro: nella mattinata del 20 novembre 2024 è stato avvertito un forte scoppio ad Arezzo, nella zona tra San Zeno, Pieve al Toppo e Olmo. Dopo le prime chiamate ai numeri di soccorso, si è capito presto che si trattava di un’esplosione all’interno di uno stabilimento industriale con sede a San Zeno. 

Figura 1: Registrazione della stazione AROB situata a Ripa di Olmo (AR). In alto: componente verticale della registrazione del sismometro; in basso: registrazione del sensore  infrasonico.

L’esplosione all’interno dello stabilimento ha scoperchiato il tetto e, chiaramente, è avvenuta in superficie. Questo fa sì che la maggior parte dell’energia sia stata sprigionata in aria e solo una piccola frazione venga trasmessa nel terreno. La figura 1 illustra il sismogramma della stazione multiparametrica AROB, situata a Ripa di Olmo, in linea d’aria a 1680 metri di distanza dall’evento. Il tracciato in basso mostra la registrazione del sensore infrasonico: il segnale proveniente dall’onda acustica dell’esplosione, che si propaga in atmosfera ad una velocità di 340 m/s, come il tuono di un temporale (e che quindi ha impiegato quasi 5 secondi a coprire la distanza). 

Figura 2: Schema della propagazione nel terreno delle onde sismiche (blu) e dell’onda acustica in atmosfera.

L’onda di pressione registrata ha un’ampiezza massima di 10 Pascal ed è caratterizzata da un primo movimento positivo (freccia nera in figg. 1 e 2), un indicatore tipico di una esplosione ed è questo lo stesso segnale percepito dalla popolazione. Il tracciato in alto in figura 1 mostra invece la registrazione del sismometro, caratterizzato dall’arrivo dell’onda P che si propaga nel terreno con una velocità quasi 10 volte più alta rispetto all’onda sonora – che si propaga nell’aria – e per questo motivo è arrivato prima di quella registrata dal sensore infrasonico. Raggiungendo la stazione da sotto il primo segnale mostra un movimento verso l’alto (freccia blu in figg. 1 e 2).

Interessante notare che il segnale dell’onda di pressione mostra la prima ampiezza verso il basso, che segue l’onda P dopo poco più di 4 secondi. Esso viene generato dalla stessa onda di pressione che si propaga in atmosfera e una volta arrivato alla stazione sismica batte dall’alto sul sismografo, che provoca una ampiezza del primo segnale verso il basso (freccia rossa in figg. 1 e 2). 

Dalla registrazione sismo-acustica risulta l’orario delle 10:11:08.21 (ora italiana) come tempo origine dell’esplosione a San Zeno. L’onda P si propaga con una velocità di ~3100 m/s, l’onda di pressione a 339 m/s. La magnitudo dell’evento sismico, non percepibile ma udibile, risulta pari a M 0.5.

A cura di Thomas Braun e Camilla Bidini (INGV-Rm1), Aladino Govoni (INGV-ONT).

Si ringraziano i partecipanti al progetto ACU, M. Anselmi, G. De Luca, D. Famiani, A. Frepoli, A. Gattuso, D. Sabatini, G. Spinelli, G. Di Stefano, e G. Romeo.

L’esplosione all’interno di uno stabilimento industriale a San Zeno (AR), 20 novembre 2024


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