Il 28 marzo 2025, alle 07:20 ora italiana (12:50 ora locale), un fortissimo terremoto di magnitudo Mw 7.7 ha colpito la regione centrale del Myanmar. L’epicentro è stato localizzato a pochi chilometri a ovest di Mandalay (Fig. 1), la seconda città più popolosa del Paese. La frattura lungo la faglia ha avuto una durata di circa 90 secondi e sembrerebbe aver attivato una sezione di circa 200 km della Sagaing Fault, una delle faglie attive e sismicamente più pericolose del sud-est asiatico.
Il Myanmar è situato in una zona di collisione tettonica tra la placca indiana e la parte sud-orientale della placca eurasiatica. In questa regione si localizza il margine trasforme della placca indiana, che governa la maggior parte della deformazione tettonica attiva a sud dell’Himalaya orientale. A partire dal Cenozoico, il movimento verso nord-est della placca indiana ha fatto sì che l’India e il Myanmar occidentale si muovessero rispetto al sud-est asiatico. Questo ha causato la compressione della crosta terrestre a nord dell’India, la subduzione della placca indiana sotto la Sundaland occidentale e la spinta laterale di blocchi di crosta attorno alla parte orientale dell’Himalaya. (e.g. Curray et al., 1979; Yin e Harrison, 2000; Hall et al., 2008; Soe Thura Tun and Watkinson, 2017).


Secondo interpretazioni iniziali, la rottura ha interessato un tratto di faglia noto per non essersi rotto da oltre un secolo. Il tratto colpito sembrerebbe lo stesso coinvolto nel grande terremoto del 1839 (M7.9–8.3), e parzialmente sovrapposto agli eventi del 1930, 1946 e 1956.
Oltre 800.000 persone hanno sperimentato scuotimenti di intensità pari a IX (violenta) e almeno 4 milioni hanno vissuto scuotimenti di intensità V (forte). A breve distanza dalla traccia superficiale della faglia vi sono città densamente popolate, edifici storici e infrastrutture civili importanti come ponti ed aeroporti (Fi. 4). A Bangkok, a oltre 900 km di distanza, il sisma ha provocato il crollo di un grattacielo in costruzione.

Dai primi report e immagini provenienti dalle zone epicentrali, pare che ad aggravare l’impatto del sisma hanno probabilmente contribuito ulteriori effetti geologici sismoindotti, fra i quali la liquefazione del terreno. La zona colpita dal terremoto è infatti attraversata da grandi corsi d’acqua come l’Ayeyarwady (anche noto come Irrawaddy), il fiume principale del Myanmar. Questi fiumi hanno deposto nel corso di migliaia di anni sedimenti costituiti da strati di sabbia, limo e argilla, trasportati dall’acqua e accumulati durante le frequenti piene. Questi terreni, detti alluvionali, possono essere geologicamente instabili, soprattutto quando saturi d’acqua: forti scuotimenti sismici possono causare il fenomeno della liquefazione del suolo che, perdendo consistenza, non è più in grado di sostenere gli edifici e le infrastrutture.
A cura di Stefano Gori e Emanuela Falcucci, INGV-Rm1.
Bibliografia
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Inquadramento sismotettonico dell’area colpita dal terremoto (Mw 7.7) in Myanmar del 28 marzo 2025

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