La città di Roma esercita un fascino perenne grazie alla sua arte, alla sua cultura e ai suoi monumenti capaci di raccontare secoli di storia. Il Colosseo ne è l’emblema per eccellenza, il simbolo che racchiude un passato glorioso tra le sue vestigia. La Capitale, però, custodisce anche un’altra storia, meno conosciuta ma altrettanto interessante: quella legata ai terremoti.
Una storia fatta di dicerie, leggende metropolitane, profezie, ma anche di scienza, di tracce lasciate da eventi del passato più o meno recente, e testimonianze letterarie.
Per questo motivo INGVterremoti ha voluto racchiudere nella story maps “Roma e i terremoti”, storie e storielle che si raccontano da millenni nella Capitale.
“Finché esisterà il Colosseo, esisterà anche Roma; quando cadrà il Colosseo, cadrà anche Roma; quando cadrà Roma, cadrà anche il mondo.”
Così Beda il Venerabile (monaco e scrittore anglosassone) intorno all’VIII secolo d.C. vaticinava la fine di Roma e del mondo nel momento in cui fosse crollato il Colosseo. Fortunatamente il Colosseo è ancora in piedi, sebbene assai “acciaccato”, proprio per effetto di alcuni terremoti di epoca tardo-romana e medievale.
Ma gli abitanti di Roma, pur avendone viste di tutti i colori, tendono comunque a farsi “scivolare addosso” anche la paura del terremoto. Infatti per il popolo romano, Roma non teme i terremoti perché “ce sta’ er Papa” e perché è “vôta sotto”!

Vedremo in questa story maps che non è proprio così perché la Città Eterna di terremoti ne ha vissuti parecchi, come ci raccontano alcuni personaggi illustri tra cui papi, poeti, storici, attori e giornalisti.
La story maps è organizzata in 7 capitoli con contributi provenienti da diversi studi e dati sismologici, documenti storici, immagini e foto d’epoca e recenti, cartografie, video e mappe interattive:
- A Roma c’è er Papa
- Roma è sismica?
- Tracce di terremoti in città
- Roma è vuota sotto!
- La sismicità recente
- La “previsione” di Bendandi”
- Belli, Roma e il terremoto
Nel primo capitolo viene approfondita la credenza popolare per cui la presenza del Papa protegga la città da eventi come i terremoti: si racconta che i Papi stessi furono coinvolti e subirono gli effetti dei più forti terremoti dell’Appennino centrale. Un esempio significativo è quello di Papa Clemente XI, testimone oculare delle due forti scosse avvenute nel 1703 a distanza di soli 19 giorni il 14 gennaio, in Umbria, e il 2 febbraio, in Abruzzo.
Nel secondo capitolo grazie ai dati e alle informazioni contenute nei cataloghi e negli studi di sismologia storica raccolti nel Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI15) e nel Catalogo dei Forti Terremoti in Italia e nell’area mediterranea (CFTI5Med), è stato possibile ricostruire la storia sismica della città di Roma.

Dal grafico si evince che il territorio di Roma e i suoi dintorni, pur essendo considerato una zona a sismicità bassa o moderata, sia in termini di energia che di frequenza, viene ciclicamente colpito da terremoti provenienti da diverse aree sismogenetiche, in particolare dall’Appennino centrale ma anche da zone in prossimità di Roma.
Attraverso una mappa interattiva, nel terzo capitolo, scopriamo i luoghi e i principali monumenti di Roma che conservano tracce e testimonianze degli effetti dei terremoti maggiormente risentiti nella Capitale.
La mappa contiene 37 schede informative che descrivono e testimoniano anche con immagini (laddove disponibili) i danni prodotti da uno o più terremoti sui singoli monumenti e palazzi storici nella Capitale.
Nel quarto capitolo si scopre che la convinzione che Roma, essendo “vuota sotto“, fosse immune dai terremoti, probabilmente deriva dalla teoria pneumatica di Aristotele, con la quale il filosofo spiegava anche i fenomeni sismici. Questa credenza è rimasta per secoli finché è stata la scienza stessa a spiegarci l’origine dei terremoti e la diversa risposta sismica locale.
L’oggetto del quinto capitolo è invece un’analisi più approfondita della sismicità recente e dei risentimenti dei terremoti di questo secolo sul territorio di Roma e suoi dintorni.
In quello successivo viene ricostruita la falsa “previsione” attribuita a Bendandi relativa a un evento sismico a Roma per l’11 maggio 2011: “un terremoto distruggerà la Capitale!”.

La “bufala” si diffuse rapidamente sul web e sui media fino a suscitare e a scatenare una vera e propria psicosi collettiva tra la popolazione. La risposta dei ricercatori dell’INGV fu di aprire le porte della sede centrale di Roma, l’11 maggio stesso, per permettere al pubblico di approfondire la conoscenza del fenomeno terremoto come evento naturale.
Il protagonista dell’ultimo capitolo è Giuseppe Gioacchino Belli (1791-1863) celebre poeta romanesco e uno dei più importanti scrittori della letteratura italiana. Belli non è stato solo un poeta, ma anche un cronista attento e critico della sua città: durante la sua vita, quando si verificarono alcuni terremoti di una certa rilevanza risentiti a Roma, prese ispirazione e compose alcuni “sonetti” per raccontare questi eventi utilizzando un tono tra il realismo e la satira.
Nella story maps questi sonetti del Belli sono anche disponibili in formato audio, recitati in dialetto romanesco da Alessandro Amato. Qui sotto l’audio del sonetto “Er teremoto de sta notte”.
Roma e i terremoti, storie e storielle che si raccontano da due millenni nella capitale è una story maps di INGVterremoti , progettata e realizzata da Maurizio Pignone, Andrea Tertulliani, Anna Nardi, Alessandro Amato, Andrea Coppotelli.
La story maps è disponibile al seguente link: https://arcg.is/0C00u9
A cura di Maurizio Pignone, Anna Nardi (INGV-Osservatorio Nazionale Terremoti), Andrea Coppotelli
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Roma e i terremoti, storie e storielle che si raccontano da due millenni nella Capitale



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