il workshop INGV a Milano

La macrosismologia è quella disciplina che ha come oggetto l’analisi delle conseguenze dello scuotimento sismico sulle persone, sulle costruzioni e sull’ambiente; permette quindi di ricostruire gli effetti dei terremoti anche in periodi o aree in cui non sono disponibili registrazioni strumentali del moto del suolo. L’Italia ha una lunga tradizione in questo settore, basti pensare che le prime scale macrosismiche sono state definite alla fine dell’800 nel nostro paese (scala Rossi-De Forel e scala Mercalli).

All’interno dell’INGV lavorano decine di ricercatori esperti di macrosismologia che si sono recentemente confrontati sulle ricerche in corso e sugli sviluppi di questa disciplina in occasione di un workshop intitolato “Macrosismologia oggi e domani”, organizzato presso la Sezione di Milano l’11 e 12 giugno scorsi. L’incontro ha permesso a circa quaranta ricercatori e ricercatrici con competenze e specializzazioni eterogenee, di confrontarsi sui metodi di raccolta, archiviazione e diffusione dei dati macrosismologici, e i loro molteplici ambiti di applicazione. Il coinvolgimento di esperti che si occupano sia della creazione dei dati macrosismici sia del loro impiego in ricerche applicative ha favorito un confronto diretto e stimolante tra i partecipanti.

Inaugurazione del workshop “Macrosismologia oggi e domani”

La prima giornata del workshop è stata dedicata ai vari aspetti della ricerca macrosismologica, che coinvolge esperti in diversi settori. Si è partiti dalla sismologia storica, che si occupa di ricercare e analizzare le testimonianze di effetti di terremoti del passato riportate in vari tipi di documenti storici e di tradurli in dati macrosismici. Sono stati presentati i risultati delle ricerche più recenti che confermano la conoscenza dei terremoti italiani tra le più avanzate a livello internazionale, presentando comunque ampi margini di approfondimento. Ampio spazio è stato poi dedicato al tema dell’assegnazione dell’intensità macrosismica, sia per eventi del passato sia recenti, e in particolare l’uso delle scale MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg) e EMS-98 (European Macroseismic Scale 1998) nel caso di grandi centri urbani e contesti fortemente urbanizzati. 

Una assoluta novità in questo specifico settore riguarda l’integrazione dei dati sui terremoti contemporanei raccolti direttamente sul campo dal personale specializzato del gruppo operativo QUEST e quelli forniti dai cittadini attraverso questionari online del sistema HSIT (Tosi et al., 2007). Questa combinazione permetterà di avere dati più dettagliati e affidabili sui terremoti studiati. 

A chiusura della giornata, sono stati presentati gli aggiornamenti e le prospettive future delle banche dati macrosismologiche ASMI (Archivio Storico Macrosismico Italiano; Rovida et al., 2017), CFTI (Catalogo dei Forti Terremoti in Italia; Guidoboni et al., 2018)  e CPTI (Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani; Rovida et al., 2022), una eccellenza dell’INGV, anche a livello internazionale. Inoltre, è stato presentato il prototipo di una banca dati dedicata alla raccolta e alla valorizzazione della documentazione storica utilizzata negli studi macrosismologici.

Figura 1: Caratteristiche delle banche dati macrosismologiche italiane dell’INGV (https://www.ingv.it/risorse-e-servizi/archivi-e-banche-dati/banche-dati-macrosismiche-a-scala-nazionale) e loro relazioni

La seconda giornata del workshop è stata invece dedicata alla vasta gamma di utilizzi dei dati macrosismici nella moderna ricerca sismologica. Si è quindi partiti dagli ultimi sviluppi sull’utilizzo dei dati di intensità macrosismica per il calcolo della localizzazione e della magnitudo dei terremoti e successivamente sono stati illustrati e discussi lo stato dell’arte e gli sviluppi per quanto riguarda le relazioni tra l’intensità macrosismica e i parametri fisici dello scuotimento sismico. Queste relazioni hanno molti utilizzi, in particolare per la realizzazione di scenari di scuotimento sia per i terremoti attuali o del passato (Shake Maps; Faenza et al., 2008; Oliveti et al., 2023) ma anche per la stima delle possibili conseguenze di terremoti futuri. Inoltre, gli scenari di scuotimento, integrati con altri dati, permettono di migliorare la caratterizzazione delle faglie responsabili dei terremoti del passato. In questo ambito, anche la stima dell’intensità attesa in una località in assenza di un dato diretto a partire dalla localizzazione e dalla magnitudo del terremoto è particolarmente importante, oltre che per valutare quanto siano conosciute e complete le informazioni sugli effetti sismici in una località nel corso del tempo. Infine, è stata mostrato il ruolo primario dei dati storico-macrosismici nella stima probabilistica della pericolosità sismica, che non solo sfrutta largamente la sismicità storica di un’area, ricostruita dai dati di intensità, per determinare i tassi di occorrenza soprattutto per gli eventi di magnitudo elevata che sono meno frequenti, ma possono anche essere stimate direttamente per una località a partire dalla storia dei risentimenti (Metodo SASHA; Albarello e Mucciarelli, 2002). L’ampia copertura temporale dei dati macrosismici delle località permette inoltre di condurre verifiche indipendenti dell’attendibilità delle stime della pericolosità sismica di lungo termine.

Un momento della discussione al workshop “Macrosismologia oggi e domani”

A conclusione, un’ampia discussione ha riguardato le nuove strategie e le sfide aperte. Se da un lato sono stati ribaditi il valore e la qualità delle attività svolte e delle loro molteplici applicazioni, dall’altro è emersa una importante problematica: il progressivo pensionamento di molti esperti rischia di far perdere competenze fondamentali, soprattutto nell’ambito della sismologia storica. Per questo è stata sottolineata l’urgenza di garantire la trasmissione di competenze, metodi e  strumenti sviluppati e consolidati negli anni, un primato dell’INGV a livello internazionale.

A cura di: Andrea Rovida (INGV-MI), Laura Graziani (INGV-ONT), Mario Locati (INGV-MI), Andrea Antonucci (INGV-MI), Corrado Castellano (INGV-ONT), Vera Pessina (INGV-MI) e i partecipanti al Workshop

 

Bibliografia:

Albarello, D., and D. Mucciarelli (2002). Seismic hazard estimates using ill-defined macroseismic data at site, Pure Appl. Geophys. 159, 1289–1304. https://doi.org/10.1007/s00024-002-8682-2

Faenza L., Michelini A., Lauciani V. (2008). ShakeMaps. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). https://doi.org/10.13127/shakemaps 

Guidoboni E., Ferrari G., Mariotti D., Comastri A., Tarabusi G., Sgattoni G., Valensise G. (2018). CFTI5Med, Catalogo dei Forti Terremoti in Italia (461 a.C.-1997) e nell’area Mediterranea (760 a.C.-1500) (Version 5). Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). https://doi.org/10.6092/ingv.it-cfti5 

Oliveti I., Faenza L., Antonucci A., Locati M., Rovida A., Michelini A., Lauciani V. (2023). ShakeMap Atlas of historical earthquakes in Italy [Data set]. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). https://doi.org/10.13127/shakemaps/historical 

Rovida A., Locati M., Antonucci A., Camassi R. (2017). Archivio Storico Macrosismico Italiano (ASMI) (Version 1.0). Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). https://doi.org/10.13127/asmi 

Rovida A., Locati M., Camassi R., Lolli B., Gasperini P., Antonucci A. (2022). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI15), versione 4.0 [Data set]. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). https://doi.org/10.13127/cpti/cpti15.4 

Tosi P., De Rubeis V., Sbarra P., Sorrentino D. (2007). Hai Sentito Il Terremoto (HSIT). Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). https://doi.org/10.13127/hsit


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